Valutazione dei vantaggi fiscali e tassi d’interesse
Con le plusvalenze incassiamo subito parte delle cedole future beneficiando di un vantaggio fiscale.
All’aumentare dei tassi di interesse, cala il prezzo dell’obbligazione.
Chiariamo con un esempio approssimativo: se abbiamo acquistato a 100 un BTP decennale con cedola annua al 2% e poi gli acquisti della BCE ne hanno fatto salire il prezzo fino a 115, questo vuol dire che il titolo non renderà più il 2% bensì, all’incirca: 2% di cedola annua, meno 15% di maggior costo su 10 anni = 2%-1,5% = 0,5% di rendimento annuo, per 10 anni.
Se abbiamo investito al 2% ed il BTP ora rende lo 0,5% questo vuol dire che vendendo oggi incassiamo subito la differenza di rendimenti annui tra il 2% originale e lo 0,5% attuale per i prossimi 10 anni, il 15% appunto, che rappresenta i tre quarti del valore di tutte le cedole che riceveremmo in futuro.
La vendita ci consente anche di non pagare più l’imposta di bollo che pagheremmo se attendessimo la scadenza del titolo, un risparmio fiscale del 2% in 10 anni, e di reinvestire subito il capitale più la plusvalenza del 15%, guadagnando così interessi su interessi.
Se invece attendessimo la scadenza del titolo incasseremmo tutto il flusso cedolare del 20%, ma non potremmo reinvestire la plusvalenza e dovremmo pagare per 10 anni l’imposta di bollo, per un flusso cedolare netto (trascurando la ritenuta fiscale che si paga in entrambe i casi) del 20%-0,2%x10=18%.
Vale la pena attendere la scadenza del titolo esponendosi ai rischi che abbiamo visto per guadagnare il 3% in più in 10 lunghi anni, quando possiamo incassare subito il 15%?
Rischi non compensati
Per concludere agli attuali rendimenti i titoli di stato dell’Eurozona (tutti, non solo i BTP) sono diventati un pessimo investimento. Sui Titoli di Stato italiani, in particolare, si è assistito ad una progressiva riduzione dei rendimenti a fronte di rischi che sono invece aumentati, dinamica riconducibile unicamente alle manovre espansive della BCE e che non riflette i fondamentali e le prospettive del nostro stato di finanza pubblica.
A fronte di rendimenti sostanzialmente nulli i BTP incorporano molteplici rischi che non sono più adeguatamente compensati: nell’attuale contesto è opportuno valutarne la sostituzione con altri investimenti, meno rischiosi e con rendimenti più elevati.